*
Se sono io ciò che appare
io non saprò cosa sono –
forse sono colui che
potrà appena ricordare
il ricordo di se stesso
quando alla fine
non sarò più dentro di me.
E se non sono io
saprò cosa sono
– immaginosamente –
– agli orizzonti il profumo –
cosa tu sia di me in una rosa
cosa io sia del cielo
nella tua mano.
[Capri]
*
Ora lo so – dissi –
e così mi prese e mi parlò.
Era una notte di lune e
cipressi nel roseto di viole,
– qualunque cosa ti dia la mano
inondale il cuore
se perla fatti perla
e se è amore
come io sono,
tu ancora non vuoi dirlo,
prendimi l’arte di assordare l’anima
dove canta l’immenso
che io ascolti
che io discenda
che io sia, per te.
[Capri]
*
Che cosa ha generato il mago,
– l’altro – da sé,
quella creazione alchemica
o l’intenzione,
quella mistura di provette
in una notte esperta.
E ora nasce
ecco,
la forma emersa
muove il primo passo,
vacilla.
Fra le ampolle
la miscela siamese al suo mago
fumiga un’anima parziale
ancora da applicare
che cerca e vede in lui
due occhi presi in prestito
allo sguardo di uno sguardo.
[Capri]
[ Poesie tratte da Cinepresa mistica, Collezione Letteraria, puntoacapo Editrice ]