:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 28/11/2011 12:00:00
Pagina aperta 2141 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Wed Nov 13 20:57:00 UTC+0100 2024

Tre inediti

di Alessandro Franci

« indietro | versione per la stampa | invia ad un amico »
Invita un utente registrato a leggere la poesia della settimana »
# 2 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »


La notte di Goro

 

L’attendono come i parenti

del moribondo aspettano la

fine al capezzale

– quasi fosse la sola certezza –

la notte ha in grembo

inquieti arcani:

lune gelide sempre traversano

le trame scheletriche della campagna

tagliando ombre aguzze

e tremanti nel silenzio,

la scrutano in attesa come

i quieti personaggi dei romanzi

 

(Appennino Tosco-Emiliano, fine ottobre 1985)

 

 

 

Futa

 

Supponevo l’abusato vizio dei versi

un limite, nero sulle immagini

fumo sopra i tuoi verdi contorni

o acustiche interferenze al mio ascoltarti

rieducato dal silenzioso inverno,

 

traggo invece soltanto gli scientifici indizi

da un esatto ripetersi di cicli,

naturale routine del dicembre

che visito nuovamente e ancora esausto

di fronte al lanoso verde rabesco degli abeti:

 

Il sole sorge alle 7,55 e tramonta

alle 16,40. La Luna è nuova

 

(P.sso della Futa, giorno di S. Lucia 1986)

 

 

 

Terre

 

E quindi tutto il tuo intrecciare

solidi, liquidi e gas

vecchi di cinque miliardi di anni

si risolverebbe ora

in questo muro di nebbie?

 

E il tuo feto millenario

a trenta chilometri sotto

come ferrigna sfera

– lucido occhio vagante

nelle tenebre calde –

 

noi qui, in cima alla tempesta

di un opaco velo

a cercare il nulla pur biancheggiante.

 

Intorno melma, fango,

gialli acquitrini, paludi,

ovunque il tuo scioglierti

per la rabbia, la pioggia

di questi ultimi giorni


[ Poesie tratte dall'inedito La luna è nuova (1980 - 1986) ]


# 2 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »