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Mente-corpo e mente-cervello

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Guido Brunetti

Mente-corpo e mente-cervello

   Nel pensiero filosofico e neuroscientifico, grande rilevanza ha assunto il problema mente-corpo (Mind-Body- Problem). Il neuroscienziato raffaello Vizioli, che ho avutp l'onore di conoscere e con il quale ho collaborato per molti anni, lo definisce "il problema dei problemi". Ultimamente, si preferisce parlare di problema mente-cervello (Mind-brain-Problem) invece che del problema mente-corpo.

   In materia, sono state sviluppate parecchie teorie. Le concezioni elaborate nell'ambito della filosofia della mente si possono suddividere, d'accordo con Moravia, in tre orientamenti fondamentali:

1. quello materialistico (Feigel, Armstrong);

2. quello mentalistico, che interpreta la mente come realtà autonoma (Eccles, Popper);

3. quello ermeneutico-personologico, il quale rivaluta la dimensione esitenziale e soggettiva dell'evento mentale.

 

   Per il materialismo riduttivo o fisicalismo, la mente è il risultato di uno stato fisico. Gli stati mentali sono stati del cervello. Coscienza e comportamento tanto negli animali quanto negli esseri umani sono l'effetto di eventi che hanno luogo nel sistema cerebrale.

   L'orientamento generale delle nuove neuroscienze afferma che "tutti i processi psichici, normali ed anormali, dipendono dalle funzioni cerebrali". E' il passaggio dal dualismo di Platone e Cartesio dell'esitenza nell' individuo di una struttura corporea e di una incorporea al monismo. Che è la riduzione dell'anima immateriale alle funzioni fisiche e mentali del cervello. L'essere umano in sostanza viene "ridotto" a "uomo-macchina".

 

   A partire da Platone, il problema della psiche è stato collegato al tema del "soma" ed entrambi riconducibili al concetto di "anima". Nell'età moderna, è stato Cartesio che ha delineato una prospettiva dualistica e metafisica. Ogni essere umano, per Cartesio, possiede sia un corpo- "res extensa"- sia una mente- "res cogitans".

   L'illuminismo e il positivismo contestano la natura immateriale dell'anima e superano il dualismo  metafisico, affermando la preminenza della tesi materialista dell'unità psico-fisica dell'uomo. Concludendo che l'anima è "nient'altro che una parte del soma, ovvero una funzione del corpo. Nel Novecento, la teoria materialista diventa in sostanza "l'unica verità scientifica attendibile".

 

   Oggi, le neuroscienze considerano "prodotto" del cervello ciò che veniva compreso nel concetto di anima o Io. Tutto è creato dal cervello. Anima, spirito, mente, coscienza, autocoscienza, conoscenza sono tutti eventi dell'attività cerebrale. L'anima è integralmente materialista. La soggettività umana risulta pertanto essere una "trama di eventi neurofisiologici". La mente- precisano i neuroscienziati- è una "rete neurale".

 

   Finora, non esiste alcuna prova scientifica che il cervello "secerne" la mente. Sono temi complessi e inaccessibili avvolti ancora nel mistero. Neuroscienziati, cvome Eccles, Penfield, Sperry si sono inchinati- precisa Vizioli- di fronte al mistero della mente, di come cioè una struttura materiale- il cervello- possa produrre un'attività immateriale- la mente.

   Noi concordiamo con Eccles quando sottolinea che ogni individualità si trova "al di là dell'indagine scientifica... è il risultato di una creazione soprannaturasle di ciò che in senso religioso è chiamata anima".

                                                          

 

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