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al testo di Annalisa Scialpi
Dolore
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Nel mio dolore c'è una capanna nel fango o una carogna con troppe mosche resilienti e ottuse. Non c'è mai stato un giardino lì, solo cardi e canne marcite su tombe; troppe ne vidi, umane. Nel mio dolore c'è una nebbia che gratta come un chiodo e un sole che sanguina come un osso di luce spenta. Nel mio dolore, in fondo, non so cosa c'è; è solo dolore.
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Salvatore Pizzo
- 23/06/2024 02:38:00
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A una riflessione mi invitano questi tuoi versi così dolenti, mia cara Annalisa. Proprio una riflessione su ciò che, normalmente, si definisce"dolore". Esso può essere espressione di una fisicità ferita, oppure di un sentimento oltraggiato. Ma, leggendoti, mi pare di coglierci unulteriore aspetto insito nel"dolore", ossia linsondabilità che lo rende spesso indefinibile per origine e per destinazione. Ce lo si sente addosso, ce lo si sente dentro ogni cellula e nel cervello brilla ossessivo. È un pocome quello che comunemente si definisce male di vivere, quello che ci leggo e sento a maggior ragione in questa tua chiusa molto sentita e magistrale.
"Nel mio dolore,
in fondo,
non so cosa cè;
è solo dolore."
Un sereno fine di settimana, con un abbraccio e grazie sempre.
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Franca Colozzo
- 18/06/2024 21:07:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Il tuo dolore lo sento sulla mia pelle come una trafittura. In questa lirica lesacerbazione mostra il lato più forte della tensione emotiva che, a volte, cerchi di nascondere sotto una struttura compositiva più morbida ed edulcorata. Il "Dolore" è qui scarnito nella sua essenza più cruda, quella che tannaglia i pensieri nei momenti in cui avverti la solitudine o la mancanza di ciò che un tempo amavi. Ogni amore ha la sua storia intessuta di molcezze o di ingannevoli attimi di passione. Buonanotte, cara Annalisa.
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Livia
- 17/06/2024 15:52:00
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E un dolore vivo, e fa male agli occhi persino leggerlo. Un abbraccio
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Jean Jacques
- 14/06/2024 23:14:00
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Bellissimi versi, in un dolore che è sempre vita. Un saluto.
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