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Il mistero del restare

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Sono stato,

siamo stati,

abbiamo camminato

forse non abbiamo ascoltato

nonostante il ricordo che rimane

e il dove che continua a vivere.

 

Forse non ti ho guardata,

tu e dove,

 

eppure mi ricordo,

 

dovevo aspettare o andare.

 

Tu e dove

siete già ricordo,

carburante per il domani,

continuate a stare e andare

incuranti di ogni legame.

 

E mi aspetto che la sera passi

eppure è sera,

non potrò ascoltare

lo stormire delle foglie

adesso.

 

E mi sento solo,

sono la mia gabbia.

 

E sarà sera e mattina,

forse sarò ad ascoltarti

mentre

continui a vivere.

 Salvatore Pizzo - 16/01/2024 01:28:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

E già, è proprio il "Mistero del restare", a tormentarci ad un dato momento dell’esistenza. Si resta, ma sempre chiedendosi il perché si resta, quando si potrebbe andare, lasciandosi alle spalle il vuoto del ricordo che vive di assenze. Ma si resta forse perché l’istinto della resilienza è più forte di quello dell’andare. Almeno, fino a quando una voce dentro non scoppia nella testa. Allora si comincia a camminare per svanire definitivamente nel mondo. In mancanza di ciò allora si rimane avvinti dal"Mistero del restare", proprio così:

"E sarà sera e mattina,

forse sarò ad ascoltarti

mentre

continui a vivere."

Almeno, così ho letto e così mi piace leggere questi tuoi versi, come sempre belli ed intriganti, fonte di inesauribile ispirazione.
Grazie Giovanni e ciao

 Annalisa Scialpi - 12/01/2024 22:38:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]



Bellissima.

Una stretta al cuore.

Grazie

 Vincenzo Corsaro - 12/01/2024 19:28:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Caro Giovanni, la trovo veramente bella, con un velo di malinconia e forse rimpianto.
La mancanza di lei può avere due motivi, ma sempre mancanza è e ciò pesa come macigni sulla nostra anima, purtroppo certe cose capitano a ognuno di noi e ne so qualcosa. Mi piace il titolo: "Il mistero del restare", non so spiegarlo come vorrei, ma è come se noi fossimo in perenne andare pur restando nello stesso posto, anche se non ce ne rendiamo conto e questo perché siamo in unione col tutto, come tu lo sei con lei in questa poesia.
"E mi sento solo,
sono la mia gabbia"
è bellissima questa frase e mi fa venire in mente una frase di Bernardo Bertolucci ""La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista". Scusa se mi sono dilungato. Ti auguro una serena serata :)

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