LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Elisa Mazzieri
|
|||||
Che stupore, forse quando ti ho visto come volevi mostrarti, com’eri Finalmente, hai pensato, forse Sarò come sono Ma il richiamo delle vecchie istantanee marcate a gran marchio di film ti ha dato giusto la forza di sputare sulla ragazza dei caffè La sedia vuota del regista benché ignoto Ti dava troppo da fare
Così hai disprezzato Ragazza e caffè hai chiesto più prove di Amore a una ora labile Psiche e minacciata
Ma io dipingo fuor di pellicola e le striature che arrossano in cucina le punte slamate dei coltelli sono resti di acrilico o sugo Mi dispiace: niente tracce di sangue da investigare solo il mio disordine di Donna traccia del tempo
Così, candido e immune ritorni di sera a raccontare di quell’altra casa di una certa estate fa che io ricordo forse per un attimo o due di illusione Eppure era al centro di Roma E nevicava persino, a Roma! Troppe eccezioni rallentano la via e tutto quel resto che tu mi racconti come un venditore di lanterne somiglia sempre più a un porno con la trama sfilacciata e male ordito Mi dispiace: solo le vedove amano i fantasmi E io non sarò mai moglie!
|
|