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al testo di Alessandro Franci
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Le tre poesie qui proposte sono tratte dalla sezione III Collezioni in cui sono presenti unidici poesie numerate.
8.
Il cacciavite sulla mensola del corridoio le viti a stella, il controdado le ghiere e i bulloni, la chiave inglese rossa fuori dalla cassetta degli attrezzi, e la forchetta ficcata in giardino vicino ai rubinetti, l’ape annegata sulla griglia divelta una volta con gli scalpelli.
9.
Gli oggetti accanto alle parole sono neutri a notte nei silenzi, presagio dell’addio definitivo; il vago colloquio riecheggia nei tintinnii, negli urti e nei fruscii, impronte sul peltro di statuine, ricordo minimo, di poco conto distorto da estremi saluti mancati ogni ultima volta.
10.
Le voci salvezza riunite in forma di famiglia, sono chiuse nelle teche dai vetri spessi, insieme alle stilografiche guaste alle monete antiche false, al repertorio di deboli grazie assaporate lentamente perché potessero durare.
[da Debutto nell’oblio, Alessandro Franci, Interno Libri Edizioni]
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