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al testo di Davide Stocovaz
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Nell’ora più oscura della notte sobbalzo a sedere sul materasso preda di tremiti e freddi sudori ignaro di quanto ho sognato.
In un battito di palpebre mi giro e resto di sasso: nel buio, brillano due grandi occhi di un essere indemoniato.
Attraverso il mare di tenebre sono fari dai riflessi rosso rubino. Mi fissano in modo aggressivo, non riesco a muovere un muscolo.
Provo gelo nelle ossa tremo come fossi pulcino. Quale può essere il suo obiettivo? Sono un uomo solo
e perduto nel terrore. Oh alba, sorgi presto! Falli svanire! Quel sguardo mi logora l’anima! Una risata truce riempie la stanza.
Sussulta impazzito il mio cuore quel verso non si può sentire freddo e umido risulta il clima svanisce in me ogni speranza.
Un artiglio vischioso mi prende la mano provo un orrore senza fine. Questa cosa mi porterà via, lontano in una dimensione senza confine.
Grido, non resta altro da fare. Di colpo, mi sento sollevare. Oh, ti abbraccio, mio destino triste
è ora che io vada… |
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