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al testo di Emanuela Lazzaro
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Tra sfioranti foglie che il tempo d’oro copre, scivolano i giorni e cerulei sono i pensieri della forestiera mia vita, quando lo sguardo s’eleva al Divino che l’Empireo governa, del sogno d’una Chimera l’uomo si strugge e non v’è già eco di voci che il Fato conduca nel suo seno, alla deriva.
Soggiunge parca la sera ed è pioggia di stelle sopra i tetti e nelle vie, ove s’odono i sibili del vento e le parole di chi ancora non dorme. Eppure al solo apparire sole, come due biglie senza alcuna direzione, le idee giacciono sottili e confuse, nel buio di un silenzio che non ha più nome.
Ma se dal biancheggiare di questa luna che dal cuor mio a te si porta, un tocco fosse a darmi la quiete di chi ozia, come chi in cerca di tesori, vede tra i grattacieli i grandi amori, così le onde d’ogni mio pensiero non morirebbero al solo lambire gli scogli di un’utopia che spegne pure l’anima. |
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