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al testo di Guido Balbo
Carenti di filo o mollette?
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Appoggiati al caso si resta al filo appesi come panni stesi in attesa che giorno giunga a sera. Di solo vento ci scomponiamo per gongolarci al sole convinti che siano nostri entrambi. Tutto per noi occhio di Dio compreso. Preoccupa solo che la notte non faccia sforzi nel cercarci. Troppo pesante il secchio dei fradici … fratelli rimasti nel secchio.
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Guido Balbo
- 20/12/2020 10:00:00
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Grazie per l’attenzione. Pacifico che l’uomo sia molto di più di una facile attesa ed esista molta differenza tra beneficenza e una vera mano tesa, per cercare di svuotare il secchio. La stessa riscontrabile tra un avanzo ed una canna da pesca. Buona domenica
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Arcangelo Galante
- 20/12/2020 08:04:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Non saprei dire se si può restare appesi ad un filo, per caso o per forza di cose. Nella sostanza, però, si è sempre in balia degli eventi, fermi, nell’attesa che giunga, ogni giorno, la sera. E anche se qualcuno si dovesse dimenticare di noi, non facendo sforzi nel volerci cercare, prima o poi ci ritroveremo tutti in quel secchio, tra fratelli perduti e ritrovati.
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Franca Colozzo
- 20/12/2020 00:06:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Condivido questo tuoi versi amari: rimaniamo tutti appesi ad un emblematico destino che si srotola giorno dopo giorno. In fondo non ci restano che sole e vento in attesa della sera. La stessa notte sembra stupirsi nel rivederci ancora, muti spettatori di questo caos che ci circonda. Buonanotte.
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