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al testo di Emanuela Lazzaro
L’inverno tra i rami (a Treviso)
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In silenzio pare trascinarsi stanca sui sassi, è l'inconsolabile luna che s’affaccia ogni sera nella cupola, mentre con fugaci dardi, il vento spia gli inquieti amanti, nascosti come fantasmi, essi fremono incessanti dietro un portone. È l’inverno tra i rami che fa dimenticare anche i nomi, i pochi tra gli uomini celebrati nei portici. Eppure non basta più il cervello a sfamare ormai la fame, chi vaga tra le ombre e non ha da bramare, nulla perde se non la sua voce, quando lascia andare le emozioni al freddo, innanzi a Dei che siedono sul cemento. Così è l’Italia tra i Paesi che alza le sue mura pur nutrendosi di desideri, per l’idea di una miseria debole, sta sotto il calcagno il diritto al lavoro, mentre briciole di pane alcuno distribuisce, mostrandosi della strada amica, per indurre le molte cicale, a cercare in fondo al tunnel un po’ di luce.
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Vincenzo Corsaro
- 22/12/2020 23:03:00
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Qui cè un vuoto che mi appartiene:) è semplicemente meravigliosa e te lho detto in altra sede, sono versi che accarezzano lanima e parola dopo parola la riempiono di meraviglia. Tocchi il cuore per come descrivi il lato umano di chi non ha più nulla da chiedere ma non perde la speranza. Un sereno Natale Manu :)
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Emanuela Lazzaro
- 21/12/2020 22:27:00
[ leggi altri commenti di Emanuela Lazzaro » ]
Di solito coloro che propongono i loro brani non commentano ma fruiscono dei pensieri, delle critiche (se ci sono..), delle opinioni altrui. Tutto ciò costituisce almeno per me un accrescimento del bagaglio culturale, è un modo per maturare e per creare forse una propria dimensione letteraria, gusti, scelte, linguaggio, stile. Non si finisce mai di imparare e quindi posso solo dire grazie!!!
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Arcangelo Galante
- 21/12/2020 17:35:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Una inconsolabile luna assiste dall’alto, in silenzio, trascinandosi ormai stanca, sul calar della sera. Ma quell’inverno, tra i rami, porta con sé dolore e tristezza a chi non ha un tetto sotto il quale potersi sfamare, un rifugio dove poter dormire e ripararsi dal gelido freddo. Sono i nuovi poveri, quelli che per colpa di un maledetto virus hanno perso il lavoro e non hanno mezzi di sostentamento, utili alla sopravvivenza, e che si aggiungono alla schiera già ben nutrita di altri, che li hanno preceduti. Non tutti hanno avuto la possibilità di fare come le formichine, ritrovandosi ad essere cicale, alla spasmodica ricerca di un po’ di luce, in fondo al tunnel. Testo apprezzato, per stesura e contenuto.
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Franca Colozzo
- 21/12/2020 10:24:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Cara Emanuela, la curiosità di conoscerti mi ha spinta a leggere le tue poesie. Devo confessarti che è stata una sorpresa scoprire tanta bellezza nei tuoi versi, raccontata con originalità: immagini cariche di emozioni, oltre che di un linguaggio vibrante di simbolismi. Ben meritati tutti i tuoi premi per la tensione che poni nel descrivere anche la più piccola creatura. Mi ha colpito molto la poesia sul mare, sarà che è il mio elemento preferito, in cui la descrizione esula da ogni banalità per librarsi in cieli diversi ed autentici nella loro nuda bellezza. Anche questa sullinverno coglie aspetti inusitati, attraverso unespressione originale, dellumana contingente situazione. Ti auguro un Natale pieno di quelle piccole gioie che hai saputo cogliere nella natura e tra gli esseri umani.
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Emanuela Lazzaro
- 03/12/2020 20:37:00
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premiata con medaglione diamantato alla IX edizione Premio “Accademia dei Bronzi” Omaggio ad Alda Merini 2020 e pubblicata nellantologia "Voci poetiche per Alda" - Selezione di poesie partecipanti al Premio Alda Merini anno 2020 edita dallAccademia dei Bronzi (Catanzaro novembre 2020) pag. 271.
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