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al testo di alessandro venuto
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L’orologio batte le 15 ma non c’è tempo dove sto andando, nè movimento. Muta permane la pietra, sciaborda il rivo sonoro tra il verde rigoglio delle rive. All’inizio fu il verso del nibbio, poi luce fu; scese ogni sera la notte manto di stelle. Non per l‘uomo che giace l’alba Canora chiamava al risveglio ma con gli occhi chiusi al giorno che nasce, nato per sempre godeva l’immenso che parola tace. |
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