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al testo di Emanuela Lazzaro
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Seduta di bianco a cogliere fiori, s’adagia una fanciulla nel giardino che fu d’Europa. Con un sorriso ella si tende ad ogni mossa dello Scirocco, carezzevole la guancia, guarda lo stelo suo prigioniero, un giovane già reciso, ancora prima di sapere vivere. Eppure raggrinzisce un fiore chiuso in una mano, se cade poi preda del buio, solo così muore. Nella luce tutto traspare: strana è l’età e scivola in un attimo, quando l’eterno divenire avanza tra le ombre senza sosta, come un magma al corpo già s’attacca, ma con l’idea già vede, peregrina la sua strada mai finire. |
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