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al testo di alessandro venuto
Inno alla Gioia
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Ho lanciato il cuore
nel profondo del cielo
che infinito porto in me
ed ecco, guarda,
lo rimiro ed è pieno
di stelle che simili a note
sul pentagramma dispongo.
Ascolta.
Io,
figlio di un cantore ebbro,
alzo il calice rosso
di vino del Reno e
brindo alla vita
che sordo mi volle
alle cose del mondo,
affinche’ potessi ascoltare
l’immenso.
Solo,
nel mio silenzio musica
regna, risuona,
e crea senza posa;
ancora un brindisi!,
signori,
s’inneggia alla gioia.
Bellezza me guida
nel profondo tormento,
me eleva e preserva con
cure di madre oh Musa!,
vedi, del figlio
anche questo dolore
nella sonata riposa.
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Arcangelo Galante
- 02/04/2020 09:30:00
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Un delicato romanticismo s’affaccia nell’opera, scritta con stesura limpida, ma, non per tale ragione, priva di gradimento e bellezza sentimentale. Ed è proprio nel lampante e felice messaggio che la poesia non può che raccontare la serenità, contenuta in essa. Si deduce il tema della gioia alla vita, intensa fonte ispiratrice per i versi dell’autore; e sono appunto le parole, scelte con cura dal poeta, a mostrare una delicata meraviglia per l’importanza relativa al sentimento sopra descritto, il quale conduce inevitabilmente, anche il lettore, ad arrendersi alla felicità e a fondere le emozioni con lo splendore del sole, l’avvolgente notte, la luminosità delle stelle e la natura stessa. Bravo, come al solito!
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