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Alhambra

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Ti ho inseguita fin

dove il marmo si fa tempo,

Qui dove son secoli

le curve della pietra rossa

che divien colonne

e ogive a sorreggere

cieli di stelle eterne.

La’ ho inseguito il tuo canto

e il mio respiro tracciava

parole e versi nella

roccia nuda e viva

finché non era che

un immensa laude

Alhambra, 

giardino segreto

dove in piscine infinite 

si specchiava Bellezza. 

Inseguivo te e l’assoluto,

assetato d’infinito ignoto

perche’ da tutta la vita

cerco il segreto della notte.

Tu puoi dirmelo? 

Gia’ antica musica 

risuona al cospetto dei Nazari

ove dei due mondi il Sovrano

d’amore scelse per se dimora

quando Alhambra il cor 

gli prese. 

Eccomi qui, o Musa: 

ancora risuona l’eco del tuo canto

tra le colonne e il marmo

ma già non sei piu’ qui, 

ne io; 

amore eternamente insoddisfatto

e dolce

riserva Bellezza a chi di arte

fa vita. 

Canta ancora per me, 

più dolce delle sirene;

di nuovo me vedrai

in estasi nel folle viaggio. 

Per stanotte resto qui, 

col corpo a Milano

e la mente in Andalusia

indocile,

dalla tua voce cullata

che Alhambra diventa. 

 


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