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al testo di alessandro venuto
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Hai mai sentito
I campanacci delle capre Risuonare alla sera Mentre in gruppo rientrano Insieme, il diffuso belare? Hai mai visto il sole farsi basso Fino a tingere di cielo Le punte dei frassini allineati? Crini di pennello sottile Sono i fili d’erba, terra battuta e soda consola il piede che si fa incerto al calare del buio. Respiro a pieni polmoni I colori del giorno che parte Per dare un po' di ossigeno al cuore. Una nuova vita si affaccia sul mondo; sono mai stato pronto? Di certo non a vivere, forse nemmeno a diventare. Mi fermo dove biforca il sentiero Nel campo di grano, la campagna m’inonda di sensazioni piene che non potrei trattenere e come il vento tra le pannocchie mature lascio fluire. Mi passo le mani tra la barba vecchia di giorni Per ricordarmi chi ero, né mi sovviene del tutto; non certo il mio nome mi spiega ma non ci sono parole. Svaniscono i contorni delle cose, s’intensificano i colori e li sento dentro, non più li vedo mentre li piango dagli occhi. Si fa cielo la mente e tramonto in un tripudio di luci; Si attenua il dolore, non si placa la sete. Oh si, spaventa ma è dolce questo essere in divenire. |
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