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al testo di alessandro venuto
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Il capo reclinasti al grande viaggio. Non amore di sposa Né potere di regno Poterono nulla a trattenere L’anima grandiosa, morte non attende e non ha caro il conto degli anni. Scendea la notte sulla fertile valle cara agli dei, luccicavano miriadi di schegge d’oro sulla superficie semovente del limo fiume Nilo. E chiusi gli occhi al mondo Tramontò lo sguardo sulle cose dell’uomo Ma alba sorse al di là, Ove posasti lo sguardo radioso Sul piccolo legno che attendeva nell'acqua scura sotto un tempio di stelle radiose. Immagine vivente di Amon attendeva Ra solerte che tutto vede sulla barca della notte. Brillava il sole nel viaggio notturno Dell’imperatore bambino, reciso fiore anzitempo da sorte avversa in vita per immortale splendere con volto d’oro sulle genti di tutti i secoli. Salisti a bordo Ed eri già un dio Mentre rollava la barca e staccava la riva Verso le braccia di Nut, lussuriosa notte madre di eroi al termine della quale sorge l’alba di nuova vita ed eterna gloria. Lontano si tenne Anopi il serpente da Ra testa d'ariete Guidato da percezione, comando e magia e vittorioso tornasti a splendere oltre il duat emergendo dalle cosce della dea, porte del mondo. Saliva intanto di fuoco il sole Sul regno, e tu con lui, Libero da ogni dolore mortale. Mani amorose ti avevano deposto Nel silenzioso sepolcro e La terra su di te Si era chiusa con abbraccio di madre Per consegnarti al segreto e all’oblio; Mani sapienti di uomini audaci Ruppero invece il sigillo e morte sfidarono Per riportare l’uomo alla luce E consegnare il Faraone alla leggenda. Fissa ora la tua maschera d’oro Dall’eterno ogni uomo e sembra dirgli Di non avere paura, l’immortalità E’ solo questione di tempo Ma è di ciascuno splendere L’imperativo immortale. |
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