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al testo di Giuseppina Iannello
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Uno specchio sprovveduto non voleva dirmi che m'ebbe visto e vergognoso, sempre intento a quel bicchier. Va', ritorna ai tuoi silenzi; vissi sempre accanto a te.
Ebbi il cuore di un fanciullo, ma l'impronta fu del re. Se ti dico queste cose, è per dirti dei mie amor... Sempre libero e confuso, amai solo il mio destrier.
Tu che ami l'“avventura”, siedi adesso accanto a me; voglio dirti una sol cosa: pensa sempre alla tua Anneth.
“Anneth...”
Anneth, dolce Anneth, nel ricordo felice di te, saprai, che il mio cuor appartenne soltanto ai tuoi dì per me e sappi, però, che rimane il mio sogno con te.
Anneth, dolce ben, non accadrà mai più ch'io apra quella porta senza incontrati, amor.
Libera interpretazione dell’opera: “Lo specchio”, di Goethe. Il Poeta non riesce a darsi pace per la morte di Anneth, uccisa da losche persone, gelose dell'amore corrisposto, di un anziano verso una bella e giovane ragazza. A cercare di consolarlo è lo specchio che, attraverso i riflessi di luce, manda a Goethe segnali di fede nella sopravivenza: quello tra Anneth e Wolfgang srà presto un sogno realizzabile. |
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