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al testo di Emanuela Lazzaro
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Le sei del pomeriggio e già tutto è buio, ma è presto per uscire, da dietro i monti spolverati dalla neve, m'accorgo, sta per venire ad arrestare i flebili raggi del sole, una coltre di nubi nere, nunziando infine una breve tempesta. Attendo un po' alla scrivania, mentre la pioggia investe i vetri già opachi, ma a tradire l’ora ed ogni altra idea, è un fuscello sferzato dal vento, mentre un lieve solletico reca un dubbio, confuso un po’ tra i sibili che fischiano ad una miseria inumana. Eppure è dato ad ogni persona che vince le guerre nella luce propria, di gareggiare in un'arena, per la memoria di generazioni che non temono un disegno senza colore, per camminare sicuri, anche tra i fantasmi che ululano nella bufera. |
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