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al testo di Emanuela Lazzaro
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Accanto l’orto, v’è un albero di fico che s’erge forte e severo e stende insieme le sue braccia, rigogliose di foglie palmate, per udire tutte le storie, nate all’ombra d’una breve sera. Come un solitario guerriero antico, egli scruta un po’ il mondo, dal cortile sino all’Espero e tende all’età dura, senza più alcun timore della tempesta che sfreccia o della corteccia che si sgretola. Coi suoi frutti zuccherosi e l’ampio collo di legno, egli dipinge l’Estate del suo regno un po’ ammiccante. Mentre tra i rami si posa la rugiada del mattino che segue, egli offre l'avvenire d’un sapore pendente di viola, per accogliere l’uomo che sotto le sue fronde, le membra già nasconde. |
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