LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Gian Piero Stefanoni
|
|||
LA PENNA*
Chi viene dice che qui non c'è nulla.
Ma seduti vegliamo rincorrendo dalle case i versanti.
Ci incavano stelle, vaghe ombre in attesa, preghiamo con i Santi allungati alle rocce.
*Nomignolo con cui i suoi abitanti chiamano il paese Pennadomo (CH)
LA PENNE
Chi vè po’ dice ca qua ‘n ce sta nijènte.
Ma assettàte facéme la véje arencurrènne da le case le sderrúpe.
Ci affòssene le stelle, quacche mbríje a lu spettà, auníte a le Sante ce ‘ncavéme a le rocce.
RASSETTI
Sempre prima di addormentarmi penso alla morte, al rassetto che sarà sotto questa montagna di immenso lumino, sopra questo lago incoronato dalla diga.
Non vi sarà strada, non vi sarà utensile solo un’altalena di piccole spighe non spazzate e il santo di gesso a fissare nel volto ceruleo della stanza le mani secche, l’attesa dell’altro chimato al mio posto.
PAESI DELL’OMBRA CHE RIPOSATE
Lama dei Peligni
Paesi dell’ombra che riposate su un fianco, che il vento non coglie - perché questo dono Signore, perché questa mano, sciolta la neve nel cielo della tua continua discesa?
All’orecchio dalla vena più lontana, dal cuore più nascosto, il battito che ora esce col sole - sarà un uomo forse, sarà la serpe che piange nel suo mistero il tuo mistero.
CONTROMAJELLA
Scacci il grido ma ritorna, ti trattiene sulla porta lo sguardo senza senso della bestia.
Nenanche in te, non ha pace - non ha limite - il pianto senza creato delle stelle.
[ da Lunamajella, di Gian Piero Stefanoni, Edizioni Cofine ]
|
|