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al testo di Caterina Trombetti
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DESIDERIO D'INFINITO
Non mi appartiene il tempo delle stelle e nella finitezza mia, contemplo il cielo.
Notti d'agosto lucenti, miriadi di astri sopra di me.
Da questa morbida terra verde di colline osservo spazi dove tutto è chiaro, ascolto il vento che porta fremiti.
Quel vento e quegli spazi mi offrono un segnale, mi dicono che un giorno a loro mi ricongiungerò.
VOLTEGGIAVO
E penso a quando tu dicevi: - Bello il passo che hai! che forza e che armonia trabocca dallo slancio!-
Penso alle tue parole, al passo mio che amavi, al volo nel tuo abbraccio.
Ora la terra brucia, cammino sulle braci, non volteggio più, leggera incontro a te.
UN SOFFIO, UNA CAREZZA
Ho sentito l'angelo passare sul mio viso e tutto il corpo ora ne è illuminato.
Pulsano tante vite nel battito del cuore, si affollano memorie e fatti sconosciuti.
Lascio così quel corpo nel letto lì disteso, immobile nasconde un celeste vivo fuoco.
Segue nella mia essenza un cantico d'amore.
NOTTE DI FERRAGOSTO
In questa notte piena senza luna, il cielo sfolgora e palpitano gli astri, cantano insieme al cri cri dei grilli, il suono ritmato è diffuso ovunque.
Io, sola nel buio, bramo la cadente stella, aspetto di veder l'arco improvviso, la luminosa traccia.
Esprimi un desiderio, viene detto, in notti come questa può avverarsi. Esprimi un desiderio, forse accadrà.
Vorrei averti accanto, cercare con te nel firmamento. Nell'abbraccio saranno mute le parole, sarà pace e silenzio, non chiederò più niente.
CANTO ALLA LUCE
Amo le giornate lunghe come mai ho amato te, amore mio.
Mi prende il desiderio di un tempo che si allunghi, di un giorno senza fine.
E voglio te, certo, sempre mi prende il vorticoso amore, poi guardo il sole ed amo quel suo respiro grande, la sua luce.
LA RONDINE
Ritmicamente cade una goccia, suona, rimbalza, rotola dentro.
Vortice chiaro dilava il cielo, suonano intanto garriti acuti.
La rondine va, incide l'aria, e l'attraversa. Traccia di fuoco.
SOFFIO E LUCE
C'è qualcosa di rosso nella casa, che gravida spinge da dentro. C'è qualcosa che nasce dal soffio a lungo racchiuso, dalla luce compressa fino al nero più nero.
Secoli d'ansia sono ormai lievitati, chiamano e dicono “sii pronto”.
Qualcosa ora giunge, che era già stato, nasce dal sacro grembo primordiale.
SONO IO IL TUO FIUME
Sono io il tuo fiume che ti attraversa e lava che prende le tue forme ed aderisce a te.
Tu sempre ti sorprendi, anche se lo sai bene che questa meraviglia si manifesta in noi.
Nel percorso senza soste, nei suoi contini snodi e curve e risalite noi ci troviamo sempre in questo passo ardito.
CONSONANZE
La bimba dagli occhi ridenti riappare. Ha sciolto le trecce ed avanza decisa.
Lei forte e sicura nel suo sfavillante cristallo dipana il filo di seta e tesse, tesse con mani di fiaba una storia. La storia dell’uomo che legge, dell’uomo che inventa un sorriso mentre il filo si intreccia con gli altri.
Ed un soffio di vento leggero passa fra le cose che tocca ed un brivido libera il sasso che assume la luce del cielo.
Tutto le vibra d’intorno e lei, svelta, si muove nel canto.
MARIA, REGINA DI PACE
Cresce erba alla base del muro, sotto la casa di Vicka. Strada di campo fra povere case, dove un'umanità pellegrina si raccoglie.
Corpi fitti in attesa per ore e c'è una luce che sfolgora e ci unisce, ci sostiene nella nostra debolezza.
Noi qui a Medjugorje aspettiamo.
Vicka parlerà, ci porterà il messaggio della Madre per questi tempi oscuri.
Il Male domina e pare sterminato. Ma erba verde e forte nasce alla base del muro, mentre la parola in tante lingue si diffonde.
Diventa melodia, seme di bene, germe di pace.
INTERNO Per Franca
Mia sorella guarda il fuoco. Prende le molle e ogni tanto lo attizza.
Chissà cosa pensa mentre guarda l’incanto di fiamma. La segue, la scruta, accomoda il ciocco, fa salire scintille lungo il camino.
Io guardo lei che guarda il fuoco. Antica vestale con movimenti leggeri segue quel rosso serpeggiare. Inclina la testa, osserva la fiamma, forse raduna le idee, ripercorre i suoi sogni.
Qui, nel silenzio ipnotico, si sfuma il tempo e perde ogni contorno. Impera il fuoco soltanto, il suo lieve crepitìo.
LA VOCE DELLA SIRENA Per Antonella Natangelo
Dall'insondabile mare emergi, arrivi con l'onda e porti il tuo canto. Ecco la voce che ci conduce, mentre il cuore assapora l'infinito.
I nostri piedi poggiano al suolo ma ci libriamo nell'aria al tuo suono, seguiamo ammaliati la lucente coda, il suo guizzo, il mistero.
Come spruzza la coda di sirena! Guardala, è rapida come un lampo. Due corpi diversi in un essere solo e si compie il suo destino nel canto.
È melodia che parla d'amore. |
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