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Una foresta appena nata

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È solo umano, dici,
separare i vivi e i morti,
solo umano.
Questa la trasformazione?
Imprimersi la terra dolorosa
e divenire quelle api trasparenti
che posano al riparo il latte d'oro
dalla perdita?- La casa e il fontanile,
la baracca per dipingere di babbo,
la cassetta per i merli ai ripostigli della neve-
L’amigdala dei padri è nostro mantello?

 

Il vaso umano il frutto e il grappolo, 
la speranza? Ti ho lasciata andare via
proprio ieri sera, e tu
sei tornata indietro, in una notte,
come quell’amica alla radura
portando in mano doni antichi,
dal di dentro. Sul tuo fiato
trema, la mia mano, più vicina
al piccolo seme ridente-

se il caldo del sole 

che avverto in preghiera
è il mite fruscio di ogni radice
il peso dei passi alla fontana,
le piccole ombre ricche di voci.

 

Ubbidiente al bruno splendore
della tua forza,
al mantello nel vento 
della tua lamentazione,
sprofondo,
nell'infinita richiesta di questo silenzio, 
e respiro, respiro
come una foresta appena nata.

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 Laura Turra - 13/02/2018 08:42:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Un linguaggio umano e spirituale al tempo stesso, così vicino al senso delle cose. Mi tocca nel profondo. Un abbraccio Amina!

 Gil - 12/02/2018 20:15:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Ci sono poesie e ci sono rivelazioni; questo testo nasce da una rivelazione, sicché ogni verso chiede un ascolto profondo, una partecipazione d’anima e d’intelletto, affinché se ne attingano i sensi misteriosi, nell’accezione che appartengono al Mistero, l’Inesauribile Inspiegato. Dobbiamo gratitudine alla Narimi, la nostra Amina, poiché come un grembo materno vocato, mettendoci del proprio, studio, impegno, fatica e genio poetico, dà alla luce questi "cristalli di preghiera", nonché di bellezza poetica. Inedita m’appare più evidente, quindi più prezioso il testo perché sì intimo, la venatura di un dialogo sofferto, quasi di dolore, che trova però il suo riscatto in "quell’amica alla radura CGE portava doni antichi".

 Giuliana Campisi - 12/02/2018 17:49:00 [ leggi altri commenti di Giuliana Campisi » ]

Che bello "il respiro di una foresta appena nata"!

 Franca Colozzo - 11/02/2018 23:14:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

La foresta imprime nella mente un abbraccio di humus e di radici, di rinascita. Certo il nostro fiuto ancestrale, quell’amigdala delle intuizioni basiche e primordiali, ci aiuta a sopravvivere.
Ma in quel gesto di separazione, di pietas, dei vivi dai morti c’è forse la metamorfosi in qualcosa di diverso da quello che eravamo? Delle api, per esempio, visto che stanno pure in via di estinzione,
quei piccoli insetti laboriosi che ci regalano il prezioso miele e che impollinano fiori. Finirà con esse la nostra Terra?
La risposta è dentro di noi, nella forza di ritrovare le nostre radici, nel ricordo dei piccoli gesti quotidiani dei nostri padri, nella forza dirompente della natura.
Un saluto affettuoso a te, Amina.

 Salvatore Pizzo - 11/02/2018 20:38:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

... e che quasi par di sentirne il tuo respiro nel chiuder con palpitanti versi...
Abbracciobacio

 L’Arbaléte - 11/02/2018 20:36:00 [ leggi altri commenti di L’Arbaléte » ]

S’infrangerà, ti dici, la sua viola
innamorata dell’innamorarsi.
Ma no, lo suona Dio quello strumento!

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