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al testo di Ivan Pozzoni
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Non c’è delirio di onnipotenza, non c’è biglietto da pagare, salato, per assistere a queste serate stordite dai fumi dell’alcol, Sangria e Grand Marnier, da torrenti di cazzate, dette, ridette, e ripetute all’inverosimile, senza che io ci creda, senza che nessuno ci creda, mentre le belle ragazze, adolescenti con facce da troia, corpi efebici da modella, siedono tutte ad altri tavoli, davanti a noi, smemori di Lorca, di Evtushenko, del sarcasmo iberico di Marziale, immemori di non essere niente, ruote di scorta dell’esistenza.
Ma, io, continuo a scrivere, nella certezza che vivrò, in eterno, all’ombra delle mie scemenze metriche, nella speranza d’essere goccia di Valium versata nel bicchiere d’un universo stanco, facendovi dimenticare bellezza, amore, piacere, ricordandovi d’essere polvere, sì, ma non polvere bianca.
Ma, io, continuo a scrivere, a volte, in maniera meccanica, a volte, con sordida emozione, tenendo il cuore in un bicchiere saldo nella mano destra, l’altra sulla coscia d’ineffabile bagascia, sbarrando i vostri occhi, con stuzzicadenti, e ubriacandovi d’angoscia.
[Galata morente, 2010] |
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