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al testo di Giuseppina Iannello
Il sogno di un Poeta e di una bimba
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Fu quella casa il mio ultimo sogno: mi si offriva alla vista una spiaggia, e il fiore dell'arancio e il Mare nostrum E sognavo una casa di campagna, antica e nuova, tra vetuste palme. Dicevo alla mia mamma, papà m'era daccanto, quando sarò cresciuto, per Voi farò un palazzo... Avrà grandi vetrate, tra il fior dell'elianto e sentiremo, tra gli ulivi il vento. Mia madre, mi rispose, stingendomi al suo petto... Udivo la sua voce, in quel suo sguardo mesto: “Zvanì, è presto...” Anch'io, poeta... Analogo fu il sogno... Seguivo la mia mamma in ogni stanza, solo con Lei parlando. Quando sarò cresciuta, avrai un castello... In una villa e i fiori di settembre, sulla veranda... E penserò al cancello, tra le rose, schiuso per sempre. Un viale condurrà fino all'ingresso, tra i fiori dell'acacia e l'agrifoglio, asperso di rugiada. La porta s'aprirà, miei genitori; risplenderà la stanza dell'amore che ogni giorno, mi date. E quel castello avrà la prima stanza, sporta sull'onda tenera del mare. Poi, conscia del suo gusto negli arredi, confidavo alla mamma la sorpresa... La prima stanza, similmente, alle altre, avrà grandi finestre e le credenze, traboccanti di ninnoli leggeri... avrà smerigli d'oro nell'azzurro, di cangianti riflessi. Mia madre mi guardò teneramente... Poi, accostandomi al petto, un po' più forte, mi rispondeva: “Pinuccia, è presto...”
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Giuseppina Iannello
- 08/01/2018 12:54:00
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Caro Arcangelo, Ti ringrazio infinitamente dei Tuoi splenditi commenti. Mi sento onorata di essere commentata da un grande Autore come Te e, naturalmente sono emozionata e un poimbarazzata. Ti devo molto. Saluti affettuosi un grande abbraccio.
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Arcangelo Galante
- 08/01/2018 11:43:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
L’autrice, si è trovata ad un passo dal poter realizzare quei sogni che, purtroppo, sono stati trasferiti, dai desideri dell’anima, al mondo reale dello scuotimento razionale. Il testo, pur se un poco lungo, è assai bello, nella narrazione tutta, ed esprime le sospirate speranze, nonché le attese agognate, per proseguire a camminare sul sentiero di un mondo felice. Ma, la poetessa, ugualmente è stata capace di far volare l’anima, oltre i dispiaceri terreni ed i contingenti ostacoli, vissuti nel descrittivo periodo. E chissà, sensibile amica di penna, quanti, leggendoti, possano rispecchiarsi nell’amarezza di un’esperienza che, comunque, ha impreziosito la tua bellezza interiore. Ad maiora semper!
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