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al testo di Alessandro Martino
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Con gli occhi alla finestra ogni tanto piange chiuso nell’atto volontario di vivere tutto attraverso il convincimento fragile che ogni cosa che lo tocca non è mai stata e mai sarà sua
Si è chiuso dietro un vetro e da lì non sente o vede niente, piange ancora una volta ignorando la montagna che è messa lì inutilmente la pausa del canto degli uccellini tra i rami che torneranno anche domani e forse tornerà anche lui
Messo dietro una finestra piange perché vivere non lascia via di uscita piange perché alla semplicità delle cose non c’è nulla che possa aggiungere convinto anche lui che manifestarsi o meno sarebbe comunque un pessimo intervento
Chiusi da una finestra si piange perché uscire è una scelta, l’occasione di restare increduli a tutto ciò è che fuori che da sempre è impegnato a crescere e portare ignari, che aiuti o non aiuti il mondo aspetta l’oro quello in bocca di chi convive, di chi è ospite e coincide, di chi ascolta e dopo, solo dopo aver compreso le sue stupide pretese adesso ride
L’uomo rassegnato sceglie la sua casa in base alla finestra ci porta ogni cosa voglia proteggere da tutto ciò che fuori è perfetto per come lo vede spietato, selvaggio, faticoso, inutile e montuoso e dopo aver pianto per tutto questo torna ai suoi ozi e lascia che si annoi a morte anche il suo cane.
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