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Storia balorda

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Storia balorda di una principessa e di una poetessa.

Un tempo fui una principessa.
Così mi elesse un principe dagli occhi azzurrini che voleva portarmi a Vienna.
Mi piaceva crederci, come un sogno d’oro, come una terra promessa.

Sissi, fu questo il nome che scelsi per rimanere a lungo principessa.

La principessa triste,
la principessa allegra,
la principessa ironica,
la principessa degli sms,
"il mito" della radio - come disse il direttore -
una stella come una star.

La stella di un David che ho creduto vero.

Una canzone e un saluto al giorno, dediche anonime per Sissi che, nella sua consapevole illusione, riusciva persino a provare gioia e calore.
E si faceva un gran parlare di questa principessa e di un castello.

La principessa della buona notte,
la principessa della notte,
la principessa del mattino
la stella mattutina, quella di un panino in due sulla panchina.

Un giorno Sissi decise di morire e di non essere più una principessa.

Ai messaggini più nessuno rispondeva, nemmeno il direttore, che una sera ad una festa si scordò di ricordare di quella Sissi, la principessa.
Niente dediche e canzoni, saluti e baci.
Quanto fervore per una Sissi principessa, quanta indifferenza per una Lori poetessa!

La principessa se ne andò col nuovo anno dopo averci pensato un po', non perché la favola non fosse a lieto fine, ma semplicemente perché non ricordava più se il principe era quello che voleva portarla a Vienna o quello che la chiamava principessa.

Ma il principe chi era?

Fu forse il principe ad inviare una scatola d’oro contenente cibo per gatti alla principessa che gatti non ne aveva?
Forse il principe era quello che portava l’anello all’anulare destro ma diceva di essere sposato?
I principi portano la vera d’oro all’anulare destro?
O vendono cibo per gatti?
O mandano catene di Sant’Antonio come augurio di Pasqua?
O posseggono una scatola piena di baci?

Ma i baci, sono anelli?
O sono stelle?
O sono croci?

Ci sono stelle come croci, a 6 punte, come la stella di David.

Ma i principi portano il kippah o la corona?
Che dubbio che mi assale!

(Allora i principi sono tutti uguali, si spacciano per tanti ma è uno solamente).

E la principessa se ne andò con la sua croce, come una stella decadente.

Anche io, adesso, vorrei andarmene ma non senza prima sapere se 06 è il prefisso di Roma o un codice numerico attribuito a un cliente.
E riflettendo mi son detta:
“Sei zero, mia cara!”
Chissà se volevo dire una nullità o una milionata...

E intanto alla radio Britti cantava:
"Mi piaci perchè sei una su un milione", prima di bere 7.000 caffè aspettando una principessa!
L’ultima tazza, forse, è quella del cesso e la tavoletta non è di cioccolato
ma è un anello di plastica o un prototipo di macchina da scrivere per non vedenti.
C’è chi non ha occhi per vedere e chi, invece, ha tante penne dentro il portaocchiali.

La chiave di questa storia balorda sarà quella del mio diario o quella di violino?
Aspetto un okei o una key.

La K!
E' una lettera greca.
Kappa, come la dea Kali, “La Nera”, terribile, come la Luna Nera, terribile, come chiamarsi Lorena ed essere all’oscuro di tutto!

 Alessandra Ponticelli Conti - 20/04/2014 11:21:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

S-balordita! Una meraviglia.
Buona Pasqua, Lorena.
Un abbraccio grande
Alessandra

 Franco De Toffol - 07/06/2011 11:41:00 [ leggi altri commenti di Franco De Toffol » ]

porterei volentieri Sissi a Vienna anche se, pur condivido con il principe il colore degli occhi, la sovrabbondanza corporea mi relega ad altri ruoli meno reagli, ma poi, come dici tu, tanti .... regali non sempre sono indovinati

 Roberto Maggiani - 15/09/2009 23:03:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Come al solito la tua ironia, mescolata a una certa malinconia, sono un cocktail che ritempra, gustoso e sbalorditivo...il finale penso che sia uno dei più belli che abbia mai letto in un racconto...

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