a mia madre nei giorni che precedono il Natale Fa così freddo qui. Raccolgo le ultime foglie sul terrazzo per far spazio all'albero. Vorrei appendere le conchiglie del mare, bianche, di madreperla, che mi ricordino il suono dolce dell'estate. Ma fa freddo qui e il Natale sarà senza di te. Alla fine non cambierò gli addobbi. Sono quelli che ti piacevano. Non mancheranno le luci.
Lo sai, aspetto sempre qualcuno che ami sul serio i miei versi. Fa freddo. In cima metterò l'angelo d'oro.
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Laura Turra
- 08/01/2017 07:32:00
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Caro Fausto e caro Nando, faccio mie le parole di Antonia Pozzi:
"Se qualcuna delle mie povere parole ti piace e tu me lo dici sia pur solo con gli occhi io mi spalanco in un riso beato ma tremo come una mamma piccola giovane che perfino arrossisce se un passante le dice che il suo bambino è bello."
Questo testo che si intitola "Pudore" dice in modo magnifico quello che ho provato leggendo i vostri commenti. Vi sono grata e sono felice se ciò che scrivo può toccare e far vibrare corde intime e segrete. Sappiate che da voi, qui, ho imparato e continuo a imparate molto. Vi abbraccio con tantissimo affetto.
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Nando
- 07/01/2017 23:53:00
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Se posso... Sono felice di un commento del Torre ai tuoi testi, apprezzo per stima molto sia i suoi testi poetici sia la sua critica sempre puntuale e autentica; e la felicità nasce anche perché il suo giudizio è applicato ad unAutrice che, poeticamente, amo molto anchio.
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Fausto Torre
- 07/01/2017 23:35:00
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Buonasera Laura, mi sono fermato sui tuoi testi a lungo. Ne ho letti molti. Mi hanno appassionato. Commento qui perché il Narratore dice di aspettare qualcuno che ami i suoi versi. La tua scrittura è accesa, vivida. Non auto compiaciuta, piuttosto aperta: da qualche parte in ogni tuo scritto, cè una chiave che lha generato. Allora tutto diventa sorprendente in due tre parole. Quelle che ti hanno mossa e che raggiungono inopinatamente il lettore. Mi emoziona particolarmente trovare una scrittura così spontanea eppure già bene introiettata e levigata, come se nella tua mente si formasse un pensiero, sempre limpido, sincero, sì soprattutto sincero, e trovasse lì una forma di gioiello per farsi apprezzare. Non cè sforzo apparente. Tutto sembra accadere con naturalezza. Io non ho tipi preferiti di scrittura, semplicemente cerco e mi confronto con quelle che riconosco autentiche. Come la tua.
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Laura Turra
- 15/12/2016 18:27:00
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Grazie a te, Annamaria, per la lettura e per i graditi auguri che ricambio di cuore.
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Annamaria Pambianchi
- 15/12/2016 17:04:00
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Non sappiamo darci da soli ciò che salva concretamente l’esistenza. Mi pare che il tuo commento dica tutto ... E un testo poetico sul tuo ( e nostro) doloroso rifiuto della freddezza della realtà. E la realtà ha molte, moltissime forme della freddezza. Nemmeno le conchiglie di mare la attenuano .... Forse (e questo forse lo vorrei dir due volte)è solo la poesia a frapporsi, a far da mediatrice con la freddezza che ci assedia e ci insidia. Grazie di queste parole che sembrano quasi un canto a singhiozzo. Buon Natale di cuore
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Laura Turra
- 15/12/2016 11:52:00
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Cara, carissima Klara! Sai vedere nel cuore delle persone, ti ringrazio del commento dolcissimo e profondo. Un abbraccio
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Klara Rubino
- 15/12/2016 11:35:00
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La trovo stupenda: molto intensa eppur delicata. Frasi spezzate che riportano un sentimento non del tutto rielaborato, strascichi di dolore tra i quali si tenta di andare avanti, con la voglia però, la forza di andare avanti. Trovo un parallelismo tra lalbero che stai allestendo in terrazza e quello interno, tuo, interiore, lalbero famiglia che mostri a noi, privilegiati tuoi lettori, in questa poesia, priva di addobbi artificiali, ricca di veri sentimenti. Grazie per il dono.
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Laura
- 15/12/2016 08:39:00
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Carissimi amici, Alberto, Nando, laffettuoso abbraccio della vostra presenza mi riscalda in questa fredda mattina, qui a Milano. Siete sempre eccezionali nei vostri commenti e io vi sono davvero grata. La malinconia è ciò che ci fa percepire la nostra sproporzione rispetto al nostro bisogno più profondo. Non sappiamo darci da soli ciò che salva concretamente lesistenza. La malinconia è come la tristezza di Dostoevskij, quella tristezza che si prova nel rapporto non compiuto con chi si ama di più, perché noi non siamo capaci, perché laltro non è capace; oppure la tristezza per qualcuno che non cè più e che vorremmo ancora con noi. Non sappiamo rispondere noi da soli. Per questo cè il Natale. Vi voglio bene.
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Nando
- 15/12/2016 07:56:00
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Ciò che amo delle tue poesia, è il velo di malinconia che spesso appare e sempre velando svela, un’ardente umanissima umanità; ciò credo la preservi da una disincarnata spiritualità o da uno spirito religioso sclerotizzatosi in ideologia e allora non più bisognoso di poesia. Tutto questo emerge con forza da quest’altra bella tua poesia, dove il freddo, l’assenza e un tu sinceramente votato all’ascolto della bellezza interiore propostagli nei versi, dicono e il desiderio e il freddo; questo è il contrasto delle conchiglie marine di madreperla contro linverno, langelo doro contro lisolamento (Nouwen la distingueva dalla solitudine), il presente del Natale contro le foglie morte del terrazzo; tuttavia, è da questi contrasti, metafora esistenziale, che nasce la bellezza della tua poesia e, oserei dire, la bellezza della tua persona. Un forte abbraccio.
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Alberto Becca
- 15/12/2016 06:42:00
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E un parallelismo costante, nel testo, il freddo ambientale, esteriore, con il freddo sentimentale, interiore: dal primo ci si puo riparare (maglie, cappotti, stufe, caminetti accesi) dal secondo (ahimè) no: si rimane in balia di esso, si viene trascinati in un vortice assai pericoloso, di cui non si vede la fine.. auguri di un sereno, illuminato, e non solamente virgolettato "caldo" Natale !
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