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al testo di Marco Armando Ribani
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Pure c’è una verità dei corpi sia pure immaginati
silenzio e dialogo sono insieme dentro l’infinito nei carpi e metacarpi fra le dita nei nervi tralasciati e poi dissolti ancora tracce di una infinita sposa dal ventre eternamente grato nel pulsare sincronico come un agonia inarcata tuttatesa all’istante dell’ultimo respiro C’è una lentezza argentea quasi eterna nel prendere possesso della gioia Nell’esser penetrati dalla frase che s‘intana nella siccità dell’inguine |
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