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al testo di Gianfranco Aurilio
Lungo il fiume
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Dalle alte sponde mi sporgevo a guardarlo e il fiume che da mezzomonte a valle placido scendeva, al mio apparire contento salutava. “Scappa, Signor fiume, ché oggi ti prendo.” E correvo, correvo a rincorrere le onde e gli animali divertiti riempivano i suoi cigli. Il mare aspettava il vincitore del giorno. “Scappa pure, Signor fiume, ma per primo arriverò.” Il sole guardava chiamando le nuvole per regalarmi un po’ d’ombra, il vento soffiava per donarmi frescura e il fiume stesso, che mi amava, spruzzava acqua sui suoi sassi e su di me ricadeva. Un ragazzo e un fiume che gareggiavano giocando per poi fermarsi vicino al mare e riposarsi sino alla sera. Dalle alte sponde ora mi sporgo a guardarlo. “Siamo invecchiati, Signor fiume. Sono sporche le tue acque e intorno a te tutto è cambiato. Non sono più quel ragazzo e dentro di me sono tante le ferite.” Lungo il fiume adesso cammino e contento mi saluta, poi mi fermo e lui mi guarda sino alla sera. 28.2.'15
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