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al testo di Lorena Turri
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In una notte afosa e silenziosa
due solitudini che si trovano non possono che farsi compagnia e un trillo che desta ma non sveglia forse è soltanto una lucida follia. Ora, tu, non ridere di queste mie parole: di rimare non reclamano con amore, ma il tempo che è volato senza un perché gli innamorati lo giustificano così, mentre quelli fantasiosi come me lo figurano un gabbiano che si è preso le ambite libertà. Se il vento dalla voce un po’ bambina ha toccato le corde lunghe del tuo cuore, allora i ricordi - d’altro luogo ignari - saranno solamente un’occasione per ricordarci che siamo ancora vivi, colpevoli soltanto di avere amato tanto. Di più non so che dire, neppure se potrò darti quell'amore o qualcos’altro - proprio lì - vicino al cuore. Domani me lo racconterà una zingara, - all’uscita di un supermercato - leggendo tra le righe di questa mano che da tanto tempo nessuno ha più sfiorato. |
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