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al testo proposto da Francesco Rossi
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Sonetto
6° Forza del suo amore, e onestà di Laura. Sì traviato è ‘l folle mi’ dìsìo a seguitar costei che ‘n fuga è volta a de’ lacci d’Amor leggiera e sciolta vola dinanzi al lento correr mio, 4 che, quanto richiamando più l’envìo per la secura strada, men m’ascolta; né mi vale spronarlo o dargli volta, ch’Amor per sua natura il fa restìo. 8 E, poi che ‘l fren per forza a sé raccoglie, i’ mi rimango in signoria di lui, che mal mio grado a morte mi trasporta; 11 sol per venir al Lauro onde si coglie acerbo frutto che le piaghe altrui gustando affligge più che non conforta. 14 ................................... che, quanto richiamando più l’envìo per la secura strada, men m’ascolta: (il disìo) Quanto più il Petrarca cerca di dirigerlo per la buona via, tanto meno il desiderio stesso lo ascolta. né mi vale spronarlo o dargli volta: Tirarlo per la briglia per farlo voltare. a sé raccoglie: Tira a sé, pigliandolo tra i denti come fa un cavallo restio. onde si coglie acerbo frutto: Il frutto del Lauro è acre e amaro; così descrive il Petrarca la presenza di Laura che gli causa dolore. |
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