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al testo di Silvia Scorrano
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Un lampo ha fotografato i miei segreti in una stanza mentre, sulle orme di una musica, l’anima era impegnata in una danza.
Tenetemi stretta a quest’atmosfera quando m’immergo in me stessa e lascio andare la cognizione di appartenere a quest’era; ogni preoccupazione sfuma per venire incontro all’attesa senza imposizione logica.
Tenetemi stretta ai miei desideri quando la maturità li voglia più severi, più inclini all’obbligo dell'adempimento che alla volontà di riconoscere in essi un sentimento poiché debbo guarire la mia speranza, far si ad ogni costo che si divida dal trasalimento per ogni cattiva usanza del pensiero quando, quello, investendo la mente ti sa privar di te stessa e del presente.
Suono dentro come tuono in risposta a quel lampo lontano: fauci che si spalancano per mangiare ogni mio errore umano e, nel metabolizzarli, urlare un sussurro di ciò che da sempre Unicamente Sono.
L'amore che può abitare in me e viver solo della mia forma non voglio dimenticarlo per fare il favore ad un insistente tarlo che divorerebbe carne e mente pur di vedermi dedita a lustrar la pochezza, insistentemente propinata, dall’altra gente: la moltitudine che s'armeggia di supponenza, ma tristemente abili nell'autoinganno, smarrisce il cuore di ognuno di loro, della razza umana, il più grande dono.
Se m'appartengo vivo e so, scongiurando il tempo, il desiderio redivivo. |
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