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La mia poesia: la realt e il simbolo

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Penso che in ogni essere umano permangano concetti innati nascosti, sempre legati a elementi reali. Il compito della poesia è di scavare nell’inconscio umano, come un archeologo paziente, fino a riportare alla luce questi concetti nascosti corrispondenti alla realtà; solo così ciò che vedremo con i nostri occhi, attraverso la poesia, sarà una realtà pura e valida.                                                                                           Al contrario di quanto si è detto fino ad oggi, la purezza e la verità derivano esclusivamente dai sensi. Per raggiungere questa purezza poetica, dunque, bisogna affidarsi ai simboli, alle analogie e alle continue corrispondenze che ci sono in  natura, mettendo da parte la ragione ed abbandonandosi completamente al mondo e ai suoi richiami, come solo un bambino sa fare, allontanando le pressioni e le convenzioni.

La mia poesia riprende dunque il simbolismo e lo supera: rifiutare totalmente la realtà porta inevitabilmente all'astrazione. D'altra parte, limitarsi ad una semplice quanto impossibile descrizione oggettiva dei fatti (realismo) è un esperimento fine a se stesso che priva la poesia della sua bellezza. Sono convinto che si possano descrivere con l'ausilio dei simboli anche il quotidiano e il sociale, in modo da far coesistere il mondo e l'io, l'oggettivo e il soggettivo, la materia e l'assoluto, il concreto e l'astratto, la realtà e il simbolo.

 

                                                                             Mariano Menna

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