LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Silvia Scorrano
|
|||
Su un dondolo di Luna si rilassa l’anima mia, nel riflesso del sole che brilla nella notte si scalda la schiena, quel corpo che la sostiene sottoposto ad ogni pena.
Desideri senza sonno nel buio risorgono come fragili appendici di un'inarrestabile volontà che mi ha apposto un paio d'ali per consentirmi di volare fino a qua.
Mi sembrano l’altre stelle più accorte di quella del giorno a guidarmi verso il mio sogno: esse voltano le spalle alle ombre che spesso trovo legate al mio passo sulla terra e, nel buio, tracciano un sentiero tra costellazioni spinte nell’infinito, tracciato che s’accorda all’ammirazione della mia opera inconclusa.
Quassù, più consapevole del mio percorso, isolata da ogni altro distraente canto, mi ricordo d’appartenere a un tempo che non divide la notte dal giorno, a un universo che non conosce chimere. è il soffio più puro dello spirito che mi protegge, ossigeno per ogni cellula che costruisca il mio corpo, unico custode di un’anima che s'illumina.
Come petali di un fiore appena sbocciato lacrime di gioia mista al dolore scendono dalla luna, cadono sulla terra ferma, depositando tracce di un desiderio ancora irrealizzato. Con la fase crescente dell'astro comincia a scivolare il mio corpo e raccolgo negli occhi la memoria di quel prezioso tracciato.
Spesso, ora sulla terra ferma, camminando sotto il sole che sia tra boschi o città cementificate, scorgo tra qualche petalo un seme che è già germinato segno che, seppur distante, l’infinito mi ha già graziato. |
|