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Luna

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Su un dondolo di Luna

si rilassa l’anima mia,

nel riflesso del sole

che brilla nella notte

si scalda la schiena,

quel corpo che la sostiene

sottoposto ad ogni pena.

 

Desideri senza sonno

nel buio risorgono

come fragili appendici

di un'inarrestabile volontà

che mi ha apposto un paio d'ali

per consentirmi di volare fino a qua.

 

Mi sembrano l’altre stelle

più accorte di quella del giorno

a guidarmi verso il mio sogno:

esse voltano le spalle alle ombre

che spesso trovo legate al mio passo sulla terra

e, nel buio, tracciano

un sentiero tra costellazioni spinte nell’infinito,

tracciato che s’accorda all’ammirazione

della mia opera inconclusa.

 

Quassù, più consapevole del mio percorso,

isolata da ogni altro distraente canto,

mi ricordo d’appartenere

a un tempo che non divide la notte dal giorno,

a un universo che non conosce chimere.

L’aria che posso respirare

è il soffio più puro dello spirito che mi protegge,

ossigeno per ogni cellula che costruisca il mio corpo,

unico custode di un’anima che s'illumina.

 

Come petali di un fiore appena sbocciato

lacrime di gioia mista al dolore

scendono dalla luna,

cadono sulla terra ferma,

depositando tracce di un desiderio ancora irrealizzato.

Con la fase crescente dell'astro

comincia a scivolare il mio corpo

e raccolgo negli occhi

la memoria di quel prezioso tracciato.

 

Spesso, ora sulla terra ferma,

camminando sotto il sole

che sia tra boschi o città cementificate,

scorgo tra qualche petalo

un seme

che è già germinato

segno che,

seppur distante,

l’infinito mi ha già graziato.

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