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al testo di Bianca Mannu
Un salto da Marcel
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Marcel Proust! Niente si può raccontare oggi, senza averlo almeno un po' accolto, insieme con D'Annunzio, Svevo..., dentro la nostra ambita intelligenza e coscienza letteraria. A molti lettori impazienti, innamorati della velocità cinematografica, Proust risulta noioso e ampolloso, oltre che snob. Snob lo era; anche D'Annunzio. Ma Proust, come nessun altro, è capace di sezionare la presunta compattezza e linearità dell'evento narrativo per rivelarne invece i sottili meccanismi soggettivi, i nodi che il soggetto narrante ha voluto e dovuto intrecciare con le altrettanto sfaccettate soggettività, per renderle, mediante la lente della sua straordinaria sensibilità e finezza linguistica, miracolosamente vive; e intanto, con gli stessi mezzi, mantenere la tensione dell'ordito e riconsegnarne al lettore l'effetto oggettivo della trama, ma ricca e vibrante delle pulsazioni e tensioni temporali dell'io o degli io narranti proustiani nei diversi segmenti temporali della ricerca, della loro apparente eclissi, del reperimento e della nuova inclusione nei palinsesti finali. Sempre che si possa dire <finale >per alcunché continui a esibire nell'Opera il suo vitale fremito.
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Bianca Mannu
- 10/08/2011 19:30:00
[ leggi altri commenti di Bianca Mannu » ]
Voglio fare un piccolo prembolo per accompagnare la pubblicazione della piccola nota UN SALTO DA MARCEL.Non vuole essere un testo critico, ma un ricordo di impressioni sollecitato da uno scambio di lettere ad una amica. Accennando a certo mio scritto si è parlato di lui.Questo non è accaduto quando La Recherche.it ha lanciato lidea di commemorare lanniversario della nascita dello Scrittore, ma solo ora capricciosamente.
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