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al testo di Mariangela Nonanta
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Una mattina grigia di ottobre, la signora NEBBIA aveva indossato il suo vestito più vezzoso, di una lanetta grigia,fine, fine,simile ad un voulant; volle distrarsi alquanto facendo una passeggiata. Saltellando qua e là, fra gli arbusti del cielo, dato che era distratta, inciampò ed un lembo della sua veste rimase impigliato ad una siepe dalle bacche arancioni. Come qualsiasi monella ne gustò una per assaporarla ma appena la mise in bocca, l'arancio prese la forma di un enorme prugna, con le mani nere ed appiccicose, come la pece, brandendola forte le urlò nell'orecchio:"La devi smettere monellaccia, di correre ed inciamparti, così il grigio della tua veste scende con le nuvole e copre la città, la gente respira male ed non vede nulla, a farne le spese sono soprattutto i bimbi". "A me non interessa nulla di quei mocciosi laggiù", rispose con sussiego ed arroganza la signora NEBBIA. Le due iniziarono a litigare e le parolacce ed gli improperi volavano a più non posso, maggiormente erano grandi più erano pesanti i salamini , le salsicce che uscivano dalle bocche delle due MADAME!. Quel giorno la signora NEBBIA , a furia di sentirsi dire brutte parole, si ritirò nella sua casa e l'arancio della prugna gettò una scala verso la terra, la scese ed ad ogni gradino lanciava giù salami, dolci e frittelle!. Che bella giornata quel tredici ottobre, un splendido sole, un cielo stranamente aranciato ed una poiggia di dolciumi, una vera cuccagna per tutti, adulti e bambini che non si ripetè mai più!. |
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