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al testo di Nicasio Riggio
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Aleggiare di canti, nell'andare alterno dei cieli, messi gioiosi, avvolgete le candide piume che viene la notte, solita, incline a chi ascolta, ferma senso e lancette, libera l'anima.
Ma l'ora più avvezza rimbalza precaria e vacua, l'ali tarpate stagnano sulle folte antenne, tacciono i cieli, una coltre di nubi s'addensa di squallido grigio.
Stinto ogni colore si restringe la vita a collo di bottiglia.
Gira la ruota e tira i remi in barca il fiato corto con la sua rete vuota.
Tornano verdi fronde a soleggiare, il mare ripiglia l'orizzonte.
Se meraviglia è l'uomo, è idea che s'approssima al fine riunendosi in volo, ch'altro intelletto imbriglia.
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