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al testo di Catia Simone
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Chiusa nell'angolo stretto della mia dimora oscura fluttuavo serena e sicura tra la placenta e il retto.
Mi dicevo: vedrai la luce non prima del tuo alluce macchiato da un bel nevo.
Sentivo un forte chiacchiericcio e voci urlanti di dolore non ero figlia dell'amore ma solo un podalico carniccio.
Storta ancor prima della vita quella vera che accoglie tra le mani la testa e anche il tuo domani che a me l'han strappato dalle dita.
o - meglio - avrebbero tentato l'aggancio al suo contrario e, invece, battendo il calendario con una capriola la vita ho regalato
a lei che esausta e partoriente madre ripetente troppe volte sette volte donne sette mi ha dato un bel respiro in mezzo al niente.
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