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al testo di Gianfranco Martana
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Piove sui volti colti di sorpresa, piove su quelli arditi come al sole e sul fragile scudo degli ombrelli;
piove su quelle piante che di certo daranno a questa pioggia un altro nome (forse sollievo, forse acqua, o pane).
Scorre la pioggia giù per la vetrina di questo bar che accoglie rifugiati. Scorre il caffè bollente nella gola e lo chiamo sollievo, e acqua, e pane.
Poi la pioggia s’acqueta appena un poco e qualcuno rallenta l’andatura mentre un altro abbandona il suo riparo.
Io pure me ne torno sulla strada cercando gli occhi dei sopravvissuti che brillano felici per la tregua
(null’altro di più simile alla pace a questa nostra vita si concede)
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