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al testo di Gian Piero Stefanoni
Cais do Sodr
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L'altra riva del fiume, in quanto è quella di là, non è mai quella di qua: e questa è l'intima ragione della mia sofferenza.
Fernando Pessoa, lettera a Mario Sà-Carneiro, 14 marzo 1916.
I.
Quando la città ti modella la faccia, e gli occhi il fiume, mentre la parola passa sopra l'anima stanca che impara a portarti (terrazze, banchine disossate dai mondi nella vela dei carichi esposti nel nome- blu, pervinca e quel ricordo che nemmeno più tarda ma semplicemente non cresce nel primo verso che scrive il tuo fado).
Da questa terra altre terre per le morti che non vivemmo ma che naturalmente crescono, tornano nel sonno che senza fretta ci disattende a noi stessi nell'ora piena ora bassa che dell'ombra ricuce il sorriso.
II.
Fonte di lacrima che ti fa bianco nel tondo del sepolcro dell'acqua; e caravella.. sì.. nel riposo d'Arcangelo a poco dal cedro dei bambini raccolti. (Amore forse, amore certo nell'inciampo del silenzio- mutilo, sbreccato, non riconosciuto azzurro in fiore d'onda. Piccolo ma essenziale al mutamento).
Lisbona, settembre 2015
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Franca Alaimo
- 18/09/2015 00:09:00
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Un omaggio alla città di Lisbona, attraversata dallacqua e affacciata sullacqua di un Oceano che fa sempre sognare partenze verso laltrove. E, in quanto città aperta alla distanza, suggeritrice di sogni e malinconie che così bene incarnò Pessoa, qui rievocato, con le sue molteplici identità, con la sua profonda inquietudine: eredità, forse dei viaggi avventurosi di tanti marinai. Come al solito, lautore si serve di un lessico prezioso capace di ricreare profonde suggestioni.
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