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al testo di Gianfranco Martana
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In questo treno che mi porta via scortato dalla tua benedizione mi sento in espansione, assottigliato come la bolla di una gomma Brooklyn che si gonfia al tuo soffio docilmente.
Traguardo incauto il punto di rottura (col cuore ottovolante, l’urlo che s’aggroviglia folle nella gola) finché l’immenso scoppio (che sai innescare con la perizia d’un artificiere) atteso e rovinoso mi sorprende
e si risucchia la linea dei binari l’infilata delle stazioni gli appuntamenti dei viaggiatori il volo di un corvo finito lì per caso, e mette fine al gioco dell’assenza
(e mi lascia sfinito, spiaccicato sulle tue labbra dispettose dolci).
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