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al testo di Gianfranco Martana
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Se avessi un bar coi tavolini fuori, come questo l’assumerei pur’io la cameriera mezza pazza fissata con la pulizia, che a darle retta finisce che ti sparecchia pure l’anima
(la prenderei con occhio padronale, per far fruttare il suo disagio mentale)
E se avessi una casa con un balcone vista mare e tende di lino svolazzanti e freschi profumi rampicanti ci porterei soltanto te, e la tua gonna leggera nera e quelle tue risate che scoppiano improvvise crepitanti,
a farci l’amore senza le gambe di questo tavolino fra le gambe. |
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