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al testo di Gianfranco Martana
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Ti stringo caparbiamente, sperimento morse raffinatissime, per starti anche stavolta un poco più vicino.
Ma sempre rimane uno spazio da colmare irredento, beffardo, minimale come il vantaggio della tartaruga.
Dovrei mutarmi in osso, pelle, arteria, per stare dentro te, facendo vana la lotta del vicino e del lontano
(così vivrei la pace del crumiro che lavora felice e silenzioso rimettendo la sua vita alla tua). |
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