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al testo di Gianfranco Martana
Ne parlammo, eccome, della morte
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Ne parlammo, eccome, della morte strologando di come, di quando, e se. Dei miei volteggi non molto tenesti, né io dei tuoi pretestuosi gorgheggi. Pure non giocherai lo scherzo di precedermi: troppo poco talento all’uomo si concesse nell’arte di affossare. Giova piuttosto l’antico femminile commercio con i vasi, la terra, con le piante. E io, come sai, a fatica distinguo la menta dal basilico.
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