Una lametta per le stelle Questa lametta è un biglietto per le stelle univoche a distanza misura mossa degli istinti basta regolare l' onda delle vene in frazioni d' infinito e il cielo s' avvicina di un milione di anni a saperla prima l' estasi al secondo il rituale fragile del sangue che si apre confraternita di polsi a rendere dove nuota tutto sommato una differenza di assoluto e nuove scaglie da non perdere finchè il fiato sia assorbito dal buco nero dei polmoni. Il tempo è di chi lo ferma per astrazioni successive immaginarie fino al punto liquido di non essere un non ritorno a immacolata concezione. Cose che accadono qui: la gravità, dall' alto in basso si cade e l' amore, che viene che va non concedendo tregue.
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Adielle
- 24/01/2015 11:08:00
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Grazie Alessandro, grazie Loredana, un caro saluto.
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Loredana Savelli
- 24/01/2015 07:34:00
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Testo potente, cosmico. E bello guardarsi dal di fuori rimpiccioliti come Alice nel paese delle meraviglie.
Ciao Adielle
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Alessandro Porri
- 24/01/2015 07:13:00
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A mio modesto parere, ma che comunque è il parere di un professionista che lavora da 25 anni in un determinato ramo e chi mi legge sa a cosa mi riferisco, non servono ne foto o certificati medici per comprendere le situazioni, le situazioni le capti le respiri. Credo comunque che alcuni commenti "esaltatori" non facciano del bene a nessuno, parliamo di poesia e quando si va così nel profondo bisogna avere gli strumenti per farlo altrimenti si fanno inconsapevolmente danni. Semplicemente non credo che questo sia lo spazio giusto per affrontare di tutto. Mi dispiace se questo mio commento abbia urtato la suscettibilità di qualcuno, me ne scuso se questo è accaduto ma non potevo non farlo.
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Adielle
- 24/01/2015 03:24:00
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Grazie Assunta, devo dire una cosa a proposito del vero cui tu fai riferimento, da quando scrivo qui nessuno mai mi ha messo in dubbio, nel senso, mi avrebbero potuto prendere anche per un mitomane che si inventa certe cose per qualche suo folle macabro disegno e invece no sono stato accolto e non smetterò mai di ringraziare tutti abbastanza. Basterebbe una foto dei miei polsi a far capire quanto conosco certe lame ma non è stata necessaria. Anche se in fondo lessere credibile non è stato mai un mio problema. Aggiungo che di certe cose, che evidentemente non rappresentano un tabù per me, cercherò di non parlare più nei commenti perchè ho limpressione che possano essere lette come "trovate pubblicitarie" e anche se forse è solo una mia paranoia, comunque non mi va. Grazie e un caro saluto.
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Assunta Spedicato
- 22/01/2015 23:53:00
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La penso anchio come te, Adielle. La poesia deve incarnarsi, specchiare e mostrare la smorfia del momento, altrimenti non saprei che farmene. Cè del fascino nel vero, io lho letto!
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Adielle
- 22/01/2015 16:33:00
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Vi ringrazio tanto per gli interventi. Penso che si possa dire che io non abbia molta fantasia, nel senso che essa permane nellevocazione di particolari immagini in sintonia con il mio stato d animo ma non si spinge oltre a configurare una situazione in cui mi bei felice delle bellezze del creato. Ecco io sono così, questa poesia mi rappresenta come un quadro. La mia insoddisfazione è condizione complessa, non per questo permanente ma sarei falso a raccontare senza rappresaglie per esempio comè dolce lamore che a letto si fa quando io non lo faccio da un secolo. Sicuramente il mio modo di scrivere cambierebbe se il mio amore fosse ricambiato, se trovassi un buon lavoro o anche dimagrissi e tornassi al mio peso di quando credevo di sopportarmi meglio, giuro che ve ne accorgereste ma per il momento, come si dice, questo è quello che passa il convento! Mi scuserà Lorenzo se lo prendo ad esempio ma per scrivere come lui bisogna essere, non sono ammesse mistificazioni e io non sono e non mi va di fingere ma non saprei nemmeno come fare sinceramente. Per la cara Cristiana a volte la poesia basta a rendere tutto più sopportabile, magari versando qualche lacrimuccia nel segreto delle mie stanze ma essere felice è unaltra cosa e non preoccuparti, non preoccupatevi non ho intenzione di rifarlo, sono compensato farmacologicamente, proprio oggi ho avuto la visita domiciliare delle mie psicologhe a cui ho raccontato i film che ho visto ieri notte, già perchè dormo poco, Frank e St Vincent, entrambi bellissimi. Dalla scrittura pretendo di più, voglio che sincarni, ho un piccolo sogno, perchè penso di aver capito qualè la mia dimensione, non sono sicuro che lo realizzerò mai ma comunque aver capito è già qualcosa. Scusatemi a volte parlare di certe cose in prosa mi rimane più difficile che in poesia che ha la membrana elastica. Grazie, seguiamoci sempre, un caro saluto.
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Lorenzo Mullon
- 22/01/2015 12:49:00
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sì sì, caro Adielle, lamette rigorosamente poetiche non metalliche
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Antonio Ciavolino
- 22/01/2015 12:38:00
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Piaciuto leggere e rileggere. [...] il tempo è di chi lo ferma.
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cristiana fischer
- 22/01/2015 11:41:00
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caro Adielle, spieghi bene di cosa si tratta e fa un po paura, io non lo farei su di me, QUINDI, empatia, spero che tu non lo faccia (più) su di te, non ti basta la poesia (prodotto che consiste e non si perde)?
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franco
- 22/01/2015 10:31:00
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Nel titolo l indicazione "per le stelle".. Un viaggio. E ognuno. poeta o no sceglir come pagare il suo biglietto. Ma soprattutto sceglie di tornare o no, di salirci ogni volta che vuole, col cuore in battere. La lametta mi sa di non ritorno
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Alessandro Porri
- 22/01/2015 09:45:00
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Poeti, mondo di lacerati e "rimuginatori" per "dovere" o per belletto di forma ... Bisognerebbe tornare a cantare il bello che ancora cè ma ormai sembra che nessuno ne sia più capace. Viva lamore che fa battere i cuori!Viva la vita!
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Lorenzo Mullon
- 22/01/2015 08:55:00
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< e sono daccordo con Cristina, la nostra voce profonda va sempre ascoltata, che però se è nostra, se è la nostra anima, perché chiamarla in altro modo? per me vale il conosci te stesso, da realizzare togliendosi dalla mente tutte le false idee su di noi e il mondo, facendo emergere i talenti che abbiamo, e difendendoli dalle nostre tendenze negative e dai pregiudizi degli altri buona giornata! >
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Lorenzo Mullon
- 22/01/2015 08:44:00
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la lametta è un desiderio di apertura ho appena scritto del freddo come terapia per sentirsi profondamente per bucare il muro di idee che ci opprime dentro e fuori dobbiamo usare la lametta poetica per tagliare questa barriera infernale che ci separa dalle stelle
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Cristina Bizzarri
- 22/01/2015 07:59:00
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Heidegger...
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Cristina Bizzarri
- 22/01/2015 07:57:00
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Fa scandalo la verità? Fa scandalo una poesia come questa? Certo che sì. Il sentire così travolgente da traboccare, da rendere i precetti istituzionalizzati e comunemente accolti come "il vero, il giusto, il bello" vuote pallottole di carta da cestinare. E nascono le domande essenziali, quelle che mettono in gioco tutto, quelle che anche un Gesù non da vassoio da pasticciere si sarà posto, avrà posto. Nude. Sai mi viene in mente una scena di "Fanny e Alexander", quando uno dei protagonisti dice che anche Dio farà la pipì e la cacca. Scandalo. È scandalo essere vivi, è scandalo pensare. Allora vale la pena vivere? Spingere la domanda fino al gioco estremo? Osare? O piuttosto "osare" è vivere fino in fondo, scegliendo a strada della vita anche penosa e difficile? This is the question. Pavese scelse una via, fare da sé. Papini unaltra, la fede. Proust unaltra ancora, la salvezza nei ricordi e nellarte della scrittura. Heidsgger a un certo punto dice che "solo un Dio ci può salvare". Per me ha ragione: solo un Dio - la nostra voce più profonda - ci può salvare. Anche se Severino dice che "siamo da sempre salvi" e forse ha ragione, io penso spesso alla possibilità di un Dio oltre dio, di un Dio oltre. Un testo bellissimo.
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