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al testo di Gais
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Questa è la pace: i cipressi alti e solidi, il giallo di quei fiori di cui mai ricordo il nome; e poi quelli celesti, quelli appiccicosi, che da bambina, nei miei giocosi scherzi, erano raccolti. Quell'otto strano, blu, che tante ne ha viste, ne ha sentite, tanti corpi ha cullato nella gioia e nel provarsi leggeri. L'angolo del vento, che adesso mi accoglie con la fatica che qui porto. Quel forno mai più acceso, lasciato alla natura, alle radici che lì han messo casa. E poi ancora, ancora le bouganville, e la pronuncia... e poi questo grande quadrato bianco: grande come l'amore che dentro vi è passato, che dentro è vi impregnato nei muri, nei letti nei libri antichi, negli armadi con nuovi accessori e nuovi vestiti, nel guardarsi in uno specchio, nelle ringhiere rosse. Tutto sembra uguale, con la gazza ladra che sta pronta a rubar qualcosa, "tutto ciò che vuoi, prendi!" ma lascia a noi una cosa: il tempo. Il tempo che rimane, Il tempo di stamane Il tempo del futuro e di poter ancor godere di ció che solo le persone care possono provare. |
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