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al testo di Emanuele Di Marco
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Stesa bocconi, caduta nella grande navata semivuota, povera crista alla ricerca di un po' di tardivo Natale (niente, non è successo niente - dici); e poi, davanti al più bel panorama del mondo (che fai ti commuovi? attenta alle pozzanghere); e ancora, stretta al petto l'immagine della Madonna delle grazie da donare al marito, che di grazie abbondanti abbisogna, all'uomo da sempre, virginalmente, amato; e, infine, i tuoi regalini, i dolciumi di bimba (ah, il diabete...) da portare a casa. Dolce, prepotente saluti come sempre con lo sguardo un po' basso la voce inaspettatamente venata di timidezza. Sì, ci sentiamo presto. La spalla fa male? No, per fortuna non tanto, vai, ciao. Che Santo Stefano!
(Il giorno di Santo Stefano è, ormai, lontano e la poesia giaceva fra mille nel cassetto. Ma il compleanno di mia madre è da poco passato e chissà che questi versi non le facciano piacere) |
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