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al testo di Gais
Gli Invisibili.
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Che poi nulla è
uno stanco sorriso,
se scrutar negli occhi
non sei riuscito.
Una storia,no,mille
ne leggi
e nelle mani e nella voce
e nel fagotto lì dove
un'esile anima,
a nessuno, nuoce.
Li vedi insieme,
tutti stipati:
da Dio,
dai cuori
persino da loro stessi
dimenticati.
Che nome hanno?
Nei loro angoli,
quelli segreti,
non sovente il sole
li raggiunge,
perché erranti o fermi,
son d'ombre creati.
L'uomo mai abbandona
il timor
di ciò
che agli occhi suoi
sfugge.
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Gaia Ressa
- 25/02/2014 16:52:00
[ leggi altri commenti di Gaia Ressa » ]
Ho pensato molto al suo commento. Questa poesia è dedicata alla gente di strada: coloro che vivono senza essere visti, senza essere percepiti o peggio, senza essere aiutati. Forse alcune persone hanno smesso di credere nel libero arbitrio....
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Lorenzo Mullon
- 23/02/2014 12:26:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
Tra gli invisibili, e i visibili a se stessi, è sempre una questione di libero arbitrio
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