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Libeccio

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Contento matto, dopo un mese e mezzo di lavoro, eccoli i primi soldi veri!

 

Niente accredito in banca, i soldi pronti sull’unghia; troppi per tenerseli in casa, meglio metterli sul libretto postale il pomeriggio stesso, nonostante la giornata di libeccio non promettesse bel tempo.

C’era solo da arrivare in auto al quartiere vicino dov’era l’ufficio postale.

 

I soldi, venti pezzi da centomila lire, inseriti con cura dentro una bustina trasparente insieme al libretto e riposti nella tasca interna del giacchetto di jeans.

Scesi le scale e salii in macchina.

Troppo avanti il sedile, visto che era l’auto di mamma, una vecchia Panda.

Allora giro di maniglia, sotto il sedile, e qualche movimento per farlo regredire. Niente da fare.

Apro la portiera e metto un piede interra per dare più forza facendo al movimento ondulatorio.

 

La scena come in un film. Vidi la tasca del giacchetto aprirsi, la bustina che cadeva sull’asfalto perpendicolarmente e che rimbalzava facendo sobbalzare il pacchetto di soldi nuovi all’interno e facendoli uscire tutti.

Vederli un attimo e non vederli più fu fulmineo. 

 

Il libeccio se li portò via tutti, sparirono sotto la macchina e uscirono dall’altro lato.

 

Uscito dall’auto, subito dopo, la scena era ancora peggiore. I soldi volavano via e alcuni si erano attaccati alla rete del condominio di fronte. Erano lì in irreale attesa.

“Non può essere vero!” Non sta succedendo a me, è un film!”

Sembrava una sorta di campo dei miracoli con i soldi attaccati, invece che agli alberi, alla rete metallica.

 

Una volta capito che era proprio successo a me, cominciò la raccolta e la ricerca dei biglietti via via mancanti. I primi li presi agilmente sulla rete, poi nel condominio di fronte, incastrati sotto le piante, poi dietro al palazzo, su indicazione di un condomino.

“Uno l’ho visto andare dall’altra parte!”Un altro è andato sotto quella siepe.”

Una caccia al biglietto!

 

Alla fine della raccolta ne mancava solo uno. Poteva andare peggio!

 

Chissà chi ne ha usufruito di quel biglietto, o forse è ancora in giro per la campagna dietro il quartiere residenziale che nel tempo è stato costruito.

 

Mi chiedo: ma se un giorno lo trovassi, me lo cambierebbero in euro?

 

Va bene! Me lo terrei per ricordo.

 

 Giacomo Colosio - 22/10/2014 11:44:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Colosio » ]

Bellissimo...mi hai tenuto col fiato sospeso. Ho visto la scena...io il libeccio lo conosco bene, sono perfino naufragato all’Elba una trentina di anni fa. Lì si dice: il libeccio spazza e quel che trova lascia...a te ha lasciato quasi tutto, meno male. La tua costa poi è ortogonale al libeccio, a Calafuria entra diritto...il peggior vento, per voi. Ciaociao...ma che bello trovarti qui...appena ho tempo tento di portarci qualcun altro. Hola.

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